Il lato nascosto della Luna, sempre invisibile dalla Terra, continua a svelare misteri affascinanti. Recenti ricerche hanno evidenziato differenze notevoli tra i due emisferi lunari, suggerendo che il nucleo della Luna potrebbe essere più secco di quanto si fosse ipotizzato. Questo studio, pubblicato su Nature il 9 aprile 2025, ha catturato l'attenzione della comunità scientifica, aprendo nuove prospettive sulla formazione e l'evoluzione del nostro satellite naturale.

Un'analisi inaspettata

Un team di ricercatori cinesi ha effettuato un’analisi dettagliata su un campione lunare riportato sulla Terra nel 2024, grazie alla storica missione Chang’e-6. Questa missione ha rappresentato un importante traguardo, essendo stata la prima a prelevare campioni dal lato inesplorato della Luna, precisamente dal bacino del Polo Sud-Aitken, il cratere più profondo del satellite. L'obiettivo principale era verificare la presenza di acqua, un elemento fondamentale per comprendere la storia geologica della Luna.

Dopo il rientro dei campioni, gli scienziati hanno analizzato i basalti lunari, alcuni dei quali risalgono a circa 2,8 miliardi di anni fa. Durante l'analisi, è emerso che questi campioni contenevano olivina, un minerale che si forma durante il raffreddamento del magma primordiale. Questo cristallo ha intrappolato informazioni preziose sulla composizione del mantello lunare, fornendo indizi sulla quantità di acqua presente nel passato.

Misurando il contenuto di idrogeno nell'olivina, il team ha scoperto che la quantità di acqua nel mantello lunare era compresa tra 1 e 1,5 grammi per ogni milione di grammi di roccia. Questo dato è sorprendente, soprattutto se paragonato alle misurazioni precedenti effettuate su campioni provenienti dal lato visibile della Luna, dove le concentrazioni di acqua erano fino a 200 volte superiori.

Le conseguenze della scoperta

Cosa significa questa scoperta per la nostra comprensione della Luna? La differenza nella concentrazione d'acqua suggerisce che il lato oscuro della Luna potrebbe essere molto più arido di quanto si fosse precedentemente ipotizzato. Sen Hu, ricercatore presso l’Accademia Cinese delle Scienze di Pechino e autore principale dello studio, ha descritto questa situazione come una “coincidenza coerente”, poiché le differenze di idratazione sembrano allinearsi con le variazioni osservabili nelle caratteristiche superficiali dei due emisferi.

Lo studio ha anche cercato di spiegare l’asimmetria interna della Luna, suggerendo che l'impatto che ha creato il bacino del Polo Sud-Aitken potrebbe aver spinto acqua e altri elementi volatili verso il lato vicino, lasciando il lato oscuro in uno stato di aridità. Tuttavia, esiste anche un'altra spiegazione più semplice: i basalti analizzati potrebbero provenire da una zona del mantello lunare che è intrinsecamente più profonda e secca.

Shuai Li, un geologo planetario dell’Università delle Hawaii a Manoa, ha accolto con interesse i risultati, ma ha anche messo in guardia contro un eccessivo ottimismo. Ha sottolineato che basare le conclusioni su un singolo campione non è sufficiente. La comunità scientifica attende ora con ansia l’analisi di ulteriori campioni per determinare se l'interno del lato lontano della Luna sia uniformemente arido e come possa variare la situazione a seconda dell'emisfero.

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