
Leonardo Apache La Russa, il figlio del presidente del Senato, è attualmente coinvolto in un caso di revenge porn che ha catturato l'attenzione dei media. La questione è emersa nel giugno 2023, quando una giovane di 22 anni ha accusato La Russa di violenza sessuale. Il giovane ha dichiarato di aver richiesto il consenso alla ragazza prima di registrare un video e di inviarlo a un amico. Con la chiusura delle indagini, La Russa si trova ora a rischio di un rinvio a giudizio per la diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite.
La serata al club Apophis
Durante l’interrogatorio condotto dalla pm Rosaria Stagnaro e dall’aggiunta Letizia Mannella, La Russa ha ricostruito la serata tra il 18 e il 19 maggio al club Apophis, dove ha incontrato la ragazza che lo ha denunciato. Ha affermato di aver avuto rapporti consenzienti con lei nella sua abitazione e di averla filmata.
Il giovane ha spiegato di aver inviato il video a Tommaso Gilardoni, un amico, per “giustificare la sua uscita anticipata dal locale”. Ha ribadito di aver richiesto il consenso alla giovane prima di registrare il filmato, un aspetto cruciale nel contesto delle accuse di revenge porn.
Le accuse di revenge porn
Tommaso Gilardoni, anch’egli coinvolto nella vicenda, è stato interrogato il 12 dicembre 2023. Ha raccontato di essere arrivato a casa di La Russa in bicicletta alle 4 del mattino, ricevendo il video da Leonardo, accompagnato da un messaggio che lo esortava a muoversi. Gilardoni ha confermato di aver realizzato due filmati, uno dei quali, secondo le indagini, sarebbe stato condiviso con un amico ad agosto, portandolo a essere accusato di revenge porn.
Le testimonianze raccolte dalla Squadra mobile includono anche quella di un amico di La Russa, che ha riferito che durante la festa di compleanno di Leonardo, avvenuta il 4 luglio di due anni fa, il giovane si era mostrato preoccupato per una possibile denuncia da parte della ragazza.
Possibili sviluppi legali
Con la chiusura delle indagini, i legali di La Russa potrebbero richiedere un nuovo interrogatorio per il loro assistito, anche se è più probabile che optino per una memoria difensiva. Dall'altra parte, l'avvocato della ragazza sta preparando un'opposizione alla richiesta di archiviazione e potrebbe chiedere una perizia per valutare le condizioni della giovane quella notte.
Secondo i pm, la perdita di memoria da parte della ragazza non può essere considerata un chiaro indicativo della mancanza di consenso durante gli atti sessuali. I video dimostrerebbero che la ragazza non era incosciente e che entrambi i giovani avevano percepito un consenso. Tuttavia, l’amica presente quella notte ha riferito di aver pensato che fosse stata drogata, poiché la ragazza le aveva detto di non ricordare nulla di quanto accaduto.
La situazione rimane complessa e in continua evoluzione, con la Procura di Milano che monitora attentamente ogni sviluppo del caso.