
A Trieste, il caso di Liliana Resinovich ha subito un'improvvisa evoluzione. A tre anni dalla sua misteriosa scomparsa, il marito Sebastiano Visintin è stato ufficialmente indagato per omicidio. La Procura ha deciso di iscriverlo nel registro degli indagati a seguito di una nuova perizia medico-legale che ha riaperto le indagini, inizialmente destinate all'archiviazione. “Ho perso mia moglie e ora sono indagato, ma sono tranquillo”, ha dichiarato Visintin, visibilmente scosso dalla situazione.
Svolta nel caso Resinovich
La scomparsa di Liliana, avvenuta il 12 dicembre 2021, ha sempre sollevato interrogativi. Il suo corpo è stato trovato il 5 gennaio 2022 in un boschetto vicino all'ex ospedale psichiatrico, avvolto in sacchi della spazzatura e legato con cordicelle. L'inchiesta ha preso una direzione decisiva grazie alla consulenza dell'antropologa forense Cristina Cattaneo, che ha escluso l'ipotesi del suicidio, attribuendo la causa della morte a un’asfissia meccanica esterna. Questo nuovo elemento ha spinto gli inquirenti a riconsiderare le prove e a intensificare le indagini.
Martedì scorso, la polizia ha condotto una perquisizione approfondita nell'abitazione di Visintin, durata ben sette ore. Durante l'operazione, sono stati sequestrati vari oggetti, tra cui coltelli, forbici e un maglione, che potrebbero rivelarsi cruciali per le indagini. La tensione in città è palpabile, e l'attenzione mediatica è tornata a concentrarsi su un caso che ha scosso l'opinione pubblica.
Le parole di Sebastiano Visintin
In un'intervista a Quarto Grado, Visintin ha espresso il suo dolore e incredulità: “Questo è un momento delicato, ho perso mia moglie e ora mi trovo in questa situazione”, ha affermato. Ha anche sottolineato di aver cercato di comprendere cosa fosse successo a Liliana, sentendosi ora travolto dalla pressione mediatica. “Non ho idea di dove abbiano guardato. Sono tranquillo”, ha aggiunto, mentre si trovava seduto sul divano durante la perquisizione.
Visintin ha descritto l'atto di indagine nei suoi confronti come “un atto dovuto”, riconoscendo il suo ruolo di marito e la conseguente esposizione mediatica. La sua posizione è complessa, e la sua tranquillità sembra essere messa a dura prova dalla situazione attuale.
La reazione dell’avvocato
Nei giorni precedenti, l’avvocato di Visintin aveva espresso la speranza che venisse aperta un'indagine formale. “Almeno così si spegne la pressione mediatica, e lui forse smetterà di andare in tv a dire sciocchezze”, ha dichiarato il legale, evidenziando le difficoltà che il suo assistito ha affrontato. Ha anche messo in guardia sul fatto che, anche da innocente, le pressioni possono portare a contraddizioni e confusione, un rischio che si è concretizzato nel corso delle interviste.
Con l'indagine ora ufficialmente avviata, si apre una nuova fase nel caso di Liliana Resinovich, e la comunità attende sviluppi significativi. La tensione rimane alta, e il futuro di Sebastiano Visintin è appeso a un filo, mentre la verità sulla morte di Liliana continua a sfuggire.