
Graziano Mesina, noto come il bandito sardo, ha segnato in modo indelebile la storia del banditismo italiano. La sua esistenza, costellata di audaci evasioni e colpi di scena , ha alimentato un mito che continua a suscitare fascino e curiosità . Nato nel 1942 a Orgosolo, un piccolo comune in provincia di Nuoro, Mesina ha vissuto una giovinezza segnata da eventi drammatici, che lo hanno trasformato in una figura controversa e affascinante.
Il primo arresto e la prima evasione
A soli 14 anni, nel 1956, Graziano Mesina viene arrestato per la prima volta, sorpreso dai carabinieri con un fucile calibro 16 rubato. Due anni dopo, a 18 anni, la sua vita criminale prende una piega più seria: viene arrestato per aver esploso colpi di arma da fuoco in pubblico. Rinchiuso in una cella di sicurezza, la sua determinazione a fuggire supera le sbarre . Con ingegno, smonta la brandina della cella, crea un piede di porco e riesce a forzare la porta, scappando nelle campagne di Orgosolo. Dopo alcuni mesi di latitanza , decide di costituirsi, seguendo il consiglio della famiglia e del suo avvocato .
Questa evasione gli costa una condanna a sette mesi di reclusione nel carcere di Badu 'e Carros, a Nuoro. La sua storia si complica ulteriormente con un tragico evento: il ritrovamento del cadavere di un commerciante, Pietrino Crasta, in un terreno affittato dai suoi fratelli . Le autorità arrestano i familiari di Mesina, ma uno di loro scopre che sono stati incastrati . Nel 1961, Graziano esce dal carcere, ma il suo nome continua a essere associato a violenza e mistero .
L’evasione a Sassari e il caso Farouk
Le evasioni di Graziano Mesina diventano leggendarie. Dopo la fuga del 1960, nel 1962, mentre viene trasportato al Tribunale di Sassari per un altro tentato omicidio , riesce a fuggire dal treno . Arrestato nuovamente, si fa ricoverare all’ospedale San Francesco di Nuoro, da cui riesce a scappare attraverso una finestra . La sua vita criminale si complica ulteriormente quando, nel 1963, viene condannato a 24 anni di reclusione per l’ omicidio di Andra Muscau, avvenuto in un bar come vendetta per la morte del fratello Giovanni.
Nel 1966, Mesina compie la sua fuga più audace: insieme a Miguel Atienza, un disertore spagnolo, riesce a saltare oltre il muro di sette metri del carcere di Sassari. Tuttavia, entrambi vengono arrestati nuovamente nel 1967. Da quel momento, Mesina trascorre anni in diverse carceri italiane fino al 1992, quando ottiene la libertà condizionale . Proprio in quell’anno, il suo nome riemerge nel contesto del sequestro del piccolo Farouk Assam, ma il suo ruolo rimane avvolto nel mistero .
La grazia e l’arresto del 2013
Nel 2004, Graziano Mesina riceve la grazia dall’allora presidente della Repubblica , Carlo Azeglio Ciampi, e torna a Orgosolo. Qui inizia una nuova vita come guida turistica, ma il suo passato non lo abbandona. Si trasferisce nel Padovano, dove avvia un’agenzia di viaggi con alcuni soci. Tuttavia, nel 2013, la sua vita prende una piega drammatica: viene arrestato per traffico di droga, un capitolo che riporta alla luce il suo passato turbolento .
La morte di Graziano Mesina
Il 12 aprile 2025, Graziano Mesina muore all’età di 83 anni dopo una lunga battaglia contro un tumore . Le sue condizioni di salute si erano aggravate, tanto che solo il giorno prima, le sue avvocate erano riuscite a ottenere un differimento della pena dal Tribunale di sorveglianza di Milano. Trasferito dal carcere di Opera al reparto di polizia penitenziaria del San Paolo di Milano, Mesina ha lasciato questo mondo portando con sé il peso di una vita segnata da scelte audaci e un destino tragico. La sua figura rimane un simbolo complesso del banditismo sardo, un personaggio che ha saputo incantare e spaventare, lasciando un'eredità che continua a far discutere.