
Il weekend cinematografico di aprile 2025 si arricchisce di un titolo imperdibile: “The Shrouds”, l'ultima opera di David Cronenberg, con Vincent Cassel protagonista. Questa pellicola si presenta come un'esperienza profondamente personale, affrontando il tema del lutto attraverso una prospettiva inquietante e innovativa.
Un viaggio nell'oscurità
La narrazione di “The Shrouds” ruota attorno a Karsh, un uomo d'affari vedovo, interpretato con intensità da Cassel. La trama si sviluppa attorno a una tecnologia controversa che consente ai vivi di osservare i loro cari defunti, avvolti in sudari speciali. Questo concetto, che potrebbe sembrare frutto di fantascienza, è intriso di un'esperienza intima per Cronenberg, il quale ha perso la moglie Carolyn nel 2017 a causa di un tumore. La pellicola si distingue per la sua atmosfera cupa e malinconica, un tratto distintivo del regista canadese, capace di catturare l'essenza del dolore e della perdita.
Tuttavia, la storia non si limita a questo. Un evento drammatico scuote la vita di Karsh: le tombe nel suo cimitero vengono profanate. Questo atto di vandalismo spinge il protagonista a indagare, rivelando una trama che si intreccia con temi di ossessione e controllo. La pellicola si configura come un'analisi della nostra società contemporanea, dove l'archiviazione di ogni immagine e ricordo diventa un'ossessione, riflettendo su come l'intelligenza artificiale stia modificando il nostro rapporto con la vita e la morte.
Un'opera di autoanalisi
“The Shrouds” si presenta non solo come un film, ma come una vera e propria seduta di autoanalisi per Cronenberg. Con riferimenti al maestro Hitchcock e una cura formale che colpisce, il regista esplora a fondo la sua psiche e quella degli spettatori. Nonostante le recensioni contrastanti, in particolare dopo la proiezione al Festival di Cannes dello scorso anno, il film emerge come un melodramma toccante che affronta il tema della morte con una malinconia palpabile.
Amore e morte sono temi ricorrenti nel cinema di Cronenberg, e “The Shrouds” non fa eccezione. La presenza del cibo, simbolo di vita e morte, è evidente: il cimitero si trova accanto a un ristorante, creando un contrasto inquietante. La pellicola si configura come una sintesi del suo lavoro, un viaggio nell'oscurità che, nonostante un finale che potrebbe apparire meno incisivo, riesce a lasciare un'impronta duratura.
Il critico – crimini tra le righe
In un contesto completamente diverso, troviamo “Il critico – Crimini tra le righe”, un film di Anand Tucker ambientato nella Londra del 1934. La storia si sviluppa in un ambiente teatrale spietato e competitivo, dove i destini di Nina Land, un'attrice, e Jimmy Erskine, un critico che l'ha stroncata, si intrecciano drammaticamente. La direzione di David Brooke, erede di un impero giornalistico, aggiunge ulteriore tensione alla trama.
Adattato dal romanzo “Curtain Call” di Anthony Quinn, il film affronta temi di ricatti e misteri, ma purtroppo la narrazione manca di quel pizzico di brio necessario per mantenere alta l'attenzione. Tuttavia, la performance di Ian McKellen nel ruolo principale è da incorniciare, dimostrando ancora una volta la sua versatilità e talento.
Con “The Shrouds” e “Il critico – Crimini tra le righe”, il panorama cinematografico di questo weekend offre spunti di riflessione e intrattenimento, invitando il pubblico a esplorare le sfumature della vita, della morte e della creatività.