Il Parco Nazionale del Gran Paradiso
Qualche approfondimento e aggiornamento
Oltre alla necessaria sorveglianza, da anni l’ente parco svolge un’intensa attività di ricerca e studio sugli ambienti del parco e sull’etologia dei suoi abitanti. Non è raro scorgere degli stambecchi con marchi auricolari o radiocollari per la loro localizzazione e riconoscimento.
Dinamica di popolazione. Negli ultimi 20 anni si è registrato un calo sensibile della popolazione di stambecchi. Dopo aver raggiunto nel 1993 la popolazione record di quasi 5.000 esemplari, il loro numero si è quasi dimezzato, scendendo nel 2009 a circa 2.600 capi (nel 2011 ne sono stati censiti 2.629). Inverni poco nevosi hanno ridotto la mortalità, favorendo l'invecchiamento della popolazione di questi ruminanti. Le ricerche hanno rilevato una netta diminuzione della sopravvivenza invernale dei capretti (giovani del primo anno), passata dal 70% al 25%. Lo stesso trend è stato osservato in altri parchi delle Alpi, dalla vicina Vanoise alla Svizzera. Questo fattore è attribuito da alcuni ricercatori alle variazioni climatiche in corso che avrebbero anticipato la stagione vegetativa, non più sincronizzata in modo ottimale con la nascita dei piccoli stambecchi che avviene a fine giugno. L'effetto è stato forse amplificato dall'invecchiamento della popolazione. Questo rapido e diffuso declino ha fatto dichiarare lo stambecco "specie vulnerabile".
Il Parco del Gran Paradiso è stato insignito dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa del Diploma europeo delle aree protette per il grado di biodiversità e il buono stato di conservazione dei suoi ecosistemi, il suo ruolo nello studio e nella salvaguardia dello stambecco, la sua buona integrazione del turismo e delle attività agricole e la sua localizzazione chiave all'interno di dell'ampia area transfrontaliera formata con i Parchi della Vanoise e del Mont Avic.
Arte e natura in Valle d'Aosta - Copyrights 2001-2015