Lingua francoprovenzale

La definizione "franco-provenzale" venne coniata nel 1873 dal glottologo italiano Graziadio Isaia Ascoli per accomunare tutti quei dialetti galloromanzi che in base a criteri dialettologici non erano riconducibili né alla lingua francese, né a quella occitana (che a quell'epoca era chiamata "provenzale").

Visto che questo terzo gruppo di dialetti presentava analogie sia col francese, sia con il "provenzale", Ascoli lo chiamò "franco-provenzale". Questo termine, impostosi rapidamente nella letteratura specialistica, è tuttavia ambiguo e tende a creare l'impressione che si riferisca ad una zona grigia di transizione o ad un ammasso di dialetti ibridi, piuttosto che ad una varietà linguistica indipendente.

Per ovviare a questo problema si tende oggi a parlare di "francoprovenzale" (senza trattino) oppure ad utilizzare la dizione "arpitano". Questo neologismo, nato in Francia nel XX secolo, è stato creato a partire dalla radice arp (variante locale di alp), con una terminazione ricalcata su "occitano".

Tratto da Wikipedia